Isole: e' Linosa la reginetta, male Ischia e Procida
Mari minori e territori scarsamente sostenibili Legambiente stila anche quest’hanno la sua classifica con dati affatto confortanti. Cogliendo lo spunto di alcune segnalazioni abbiamo cercato di rispondere alla domanda di un lettore: “Perché le autorità continuano a permettere la balneazione nelle aree a rischio ?”
Dino Trappetti sul canale Alice, nel corso del programma fuga dalla città sottolinea: «Capri conserva la sua identità a differenza d’Ischia che purtroppo l’ha persa, per molti ed ormai noti motivi legati allo sfruttamento e la vocazione che i suoi governi hanno voluto darle»
Linosa, regina dei mari italiani. A seguire Caprera, Marettimo, Ustica e Capraia. Male Ischia, Ponza e Procida che occupano le ultime tre posizioni. Ecco in sintesi le promosse e le bocciate seconda la prima edizione di ''Ecosistema Isole'', indagine sulla sostenibilita' delle isole minori di Legambiente in collaborazione con l'istituto di ricerche Ambiente Italia e La Nuova Ecologia, presentato a Festambiente, il festival internazionale di ecologia di Legambiente in corso fino al 15 agosto a Rispescia. Perché, alla luce di tutto ciò, se s’intende il complesso delle indagini dato per certo e realmente rispondente alla realtà, si continua a permettere la balneazione nei luoghi di mare dove insistono notoriamente gli scarichi fognari, gli ormeggi per le imbarcazioni, nelle aree insomma dove le condizioni igienico sanitarie inerenti la balneabilità sono al disopra dei limiti di guardia? "La salute pubblica ha la priorità rispetto al miraggio di un pacchetto turistico?" nei territori fortemente antropizzati come Ischia ci sono delle necessità e degli equilibri molto particolari relazionandosi al tema dell’ecologia, è vero, ma allora quel la sorte dell’isola? Volendoci limitare alla questione mare e tutela dell’utente, rispetto è chiarezza nell'indicazione dei luoghi a più alto rischio per i bagnanti. Sotto accusa la evidente presenza di emissioni nocive in termini di liquami ed in taluni casi di radiazioni elettromagnetiche proprio in prossimità degli arenili in cui nessuna limitazione per la fruizione è prevista. La ricerca stando alla voce degli autori e promotori e' una fotografia delle 28 isole minori stabilmente abitate e realizzata in base all'analisi di 11 aggregati in quattro aree tematiche: gestione del territorio, ambiente marino, innovazioni e politiche ambientali, gestioni delle spiagge e diporto. Ritornando alla classifica generale e' Linosa la regina dei mari italiani. E sono quattro, Caprera, Marettimo, Ustica e Capraia, le principesse che l'accompagnano nella fascia di eccellenza. Sono soprattutto due, però, i ''rimandati'' di questo primo ''Ecosistema isole '': le isole campane, con Ischia e Procida che si posizionano in ultima fascia e Capri, che non va oltre la terza; e l'arcipelago Pontino, con Ponza al penultimo posto e la sola Ventotene parzialmente riscattata dalla qualità dell'ambiente marino grazie all'influenza dell'area marina protetta. ''Nessuna isola - commenta Legambiente - raggiunge il massimo teorico ma il divario e' netto tra le realta' migliori (arcipelago della Maddalena, Lampedusa e Arcipelago Toscano) e quelle in cui la protezione della biodiversita' a mare non e' stata finora una priorita' (S.Antioco, dove l'area marina protetta non e' prevista, ma anche S.Pietro, Capri e Ponza che ancora attendono l'istituzione della riserva marina)''. ''Una fotografia con luci ed ombre - afferma Umberto Mazzantini, responsabile Isoli Minori Legambiente - ma con tante punte di eccellenza. E non e' un caso - prosegue Mazzantini - che dove c'e' Parco, c'e' speranza. E' l'istituzione di Aree Protette , anche se non sempre gestite al meglio, a creare le condizioni per il successo ambientale delle piccole isole. Questa e' la strada da seguire per valorizzare in direzione della sostenibilita', uno scrigno di risorse che rimane il più delle volte dimenticato''. Dunque un messaggio non proprio cifrato che invita ad essere chiari e diretti, indicare dove, come e perché non è possibile bagnarsi, allo stato, nelle acque calde ed invitanti di determinate cale, sarebbe opportuno ove e se esiste, il rispetto del previsto divieto di balneazione proprio in quegli anfratti. Stiamo parlando dell'evidente "timore" che hanno tutte le autorità e gli organi competenti in materia di libera fruizione degli arenili e delle acque marine che li lambiscono di evidenziare, avvertendo così l'utenza, che tali luoghi sono (e lo sono notoriamente per tali organi) caratterizzate, se non vogliamo esagerare dicendo inquinate, dalle nocive emissioni di liquami ed acque reflue ed in taluni casi per la emissione di radiazioni elettromagnetiche. Il problema, pur essendo all'ordine del giorno e forse evidente per gli stessi bagnanti, riemerge in tutta la sua palese indecenza, manifesta a tal punto da divenire sfacciata, allorquando esplode in episodi eclatanti, quanto mai assurdi, che ci costringono ad una necessaria pausa di riflessione. Vogliamo, ad esempio, ricordare l'ultimo episodio in ordine di tempo: a Lacco Ameno per un guasto alla pompa di ricircolo, va in tilt il sistema fognario nelle vie del centro e nel punto di massimo afflusso, dove la condotta sale di pendenza esplode un tombino, il deposito refluo di acqua e liquami va così ad inondare prima la strada e poi sempre da uno sbocco laterale s'immette proprio in mare e sulla spiaggia, per giunta data in concessione dallo stesso comune, dove operano diversi stabilimenti privati. In quell'occasione qualche operatore coscienzioso avverte i suoi clienti pur consapevole dell'irreparabile danno economico, qualcun altro all'insegna del motto "chi piange piange chi fotte fotte", con tanto di sorriso smagliante ed invitante invita all'accesso alle spiagge. La cosa appare poi eclatante e vistosa, quando passando per il lungomare ci accorgiamo che proprio al confine tra Lacco e Casamicciola, dove prima si svolgeva il mercato comunale lacchese, con tanto di cartello a lettere cubitali: "Divieto di Balneazione", la gente, forse per la calura, forse per l'afa, forse perché è stata dotata di cabine, affolla il piccolo arenile. E pensare che sporgendosi un po' è possibile annusare e vedere cotanta "munnezza" che viene sversata in mare. Attendiamo a ciò la palesata volontà di spostare il deposito fognario realizzando un depuratore in comune con Casamicciola. E se l'utente da terra non si avvede del pericolo e del rischio in termini di salute a cui va incontro, figuriamoci chi giunge da mare con la sua barchetta, ormeggia diciamo fuori alla spiaggetta e decide d'immergersi... certo non sa che lo sta facendo in un mare di acqua salata e "merda". Come potrebbe? Nessuno l'ha avvertito, ne va dell'immagine turistica! Questo è vero, ma comparando le due cose direi che l'incolumità delle persone e la loro salute viene certamente prima! Poi mentre si opera alacremente per pubblicizzare solo il “miraggio del meglio” arriva un’indagine come quella di legambiente che ci “puttana relegandoci agli ultimi posti per vivibilità, ambiente e risorse. ”SPIAGGE E LIQUAMI, MARE E MUNNEZZA”, sarebbe opportuno ove e se esiste, il rispetto del previsto divieto di balneazione proprio in quegli anfratti, sollecitato dalle autrorità competenti e non certo sostenuto attraverso taluni atteggiamenti dalle stesse. Continuando così il nostro viaggio litoraneo passiamo per la Fundera, dove oltre a trovare caratteristiche specie della flora come piante di fico. Pomodori improvvisamente ci ricordiamo della lunga lotta per i cavi della centrale elettrica dell'omonima via, che tanto preoccupano gli abitanti che tempo fa mobilitarono l'isola e che nei controlli necessari richiesti nell'ambito delle emissioni elettromagnetiche dannose se assorbite oltre un certo quantitativo, rivelarono la pericolosità e l'eccessivo esposizione della suddetta località. Cosa che già allora preoccupò per l'evidente danno arrecato nel sottrarre alla fruizione un prezioso anfratto marino. Passata l'eccitazione del momento, più nulla si è saputo. La spiaggetta resta comunque in funzione, aperta all'utilizzo... ma queste radiazioni, ci sono o non ci sono? E le autorità poste a tutela e a garanzia del cittadino? Sono al mare, sì... a Linosa, però, giunti sulle vie del Tirreno a mezzo yacht privato! E noi? Ci bagniamo nella pozzetta d'acqua fetida. Alcuni operatori delle ditte espurghi poi hanno “la buona abitudine” di scaricare il proprio carico nel primo tombino o scarico disponibile, in modo da depositarlo direttamente a mare con l’abbattimento dei costi, non di rado sono stati visti sversare il loro puzzolente carico di merda. Continuando la carrellata e concludiamo qui, più avanti sempre a largo delle coste di Casamicciola oltre alla falla presente nel sistema del pozzetto (ndr) sito sulla statale e che da anni fa sì che litri e litri di liquami sversino in mare, pare che abbiano riparato il danno, ma in determinate condizioni atmosferiche la chiazza marrone compare sempre, un po’ più avanti dello spazio acqueo dato in concessione per la nautica da diporto davanti alla spiaggia del convento frequentatissima da turisti e non e con tanto di autorizzazione! A questo punto non ci resta che sperare nella saggezza degli organi competenti che finalmente si decidano a mettere fuori le indicazioni con tanto di divieto di balneazione nelle aree a rischio e ovviamente si decidano a farli rispettare, senza timore di rovinare l'immagine... la salute, conta solo la salute anche se è vero che i soldi non fanno la felicità, ma certo la sanno imitare! Dino Trappetti sul canale Alice, nel corso del programma fuga dalla città così sottolinea e sintetizza la questione: «Capri conserva la sua identità a differenza d’Ischia che purtroppo l’ha persa, per molti ed ormai noti motivi legati allo sfruttamento e la vocazione che i suoi governi hanno voluto darle» l'arcipelago campano relegato all'ultimo posto.
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