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Cronaca
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Scritto da Il Consigliere regionale Dott. Fabio Filippi
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Lunedì 11 Febbraio 2013 15:11 |
Bologna: Il collasso delle coop rosse e la procedura del concordato Nonostante le condizioni di favore che le amministrazioni governate dalla sinistra hanno sempre garantito alle coop rosse rispetto alle imprese private ed agli artigiani, la crisi ha colpito anche questi privilegiati colossi imprenditoriali. Oggi non possono più permettersi di regalare mega stipendi a manager, funzionari di partito, presidenti e membri del consiglio di amministrazione. Recentemente abbiamo letto sulla stampa: “Coop rosse in ginocchio, dopo Orion e Coop muratori Reggiolo, ora tocca a Coopsette”: quest’ultima infatti, sommersa da oltre 400 milioni di Euro di debiti, avrebbe presentato al tribunale un piano di preconcordato.
Coopsette è recentemente finita nelle cronache giudiziarie anche per l’inchiesta sugli appalti Tav a Firenze, un’indagine incentrata su un giro d’affari riguardante lo smaltimento dei rifiuti prodotti dai lavori di scavo compiuti per realizzare l’opera ferroviaria. Coopsette vorrebbe ristrutturare il suo debito e congelare le sue posizioni debitorie, per poter continuare la sua attività imprenditoriale evitando di giungere alla procedura di concordato; tentativo non facile visto gli attuali rapporti fra banche e imprese sono in crisi. Questo stato di crisi, che ci auguriamo si risolva nel migliore dei modi, anche in ragione dei posti di lavoro che potrebbero essere pregiudicati, apre però un problema più complessivo che riguarda tutte le imprese, non solo quelle di grande dimensione. Comprendo il grido d’allarme lanciato dal vicesegretario del Collegio degli edili di Modena, secondo il quale i concordati stanno uccidendo le piccole aziende che lavoravano per questi colossi. E’ giustificata la richiesta di cambiare la legge sui fallimenti, altrimenti saranno i piccoli a pagare gli errori delle cattive gestioni delle coop. Dov’è finita la solidarietà tra aziende cooperative? Perché non collaborano in questa fase di difficoltà? Non vorremmo che a pagare il prezzo della crisi delle grandi aziende cooperative fossero le ditte artigiane di piccola e media dimensione, ipotesi verosimile se il prossimo governo sarò targato centrosinistra. La crisi delle grandi cooperative porta con se tutto il peso dei crediti inevasi degli artigiani e dei fornitori di materiali edilizi che rimarranno senza lavoro e senza liquidi, per le opere svolte a favore delle coop rosse di costruzione. Se lo strumento del concordato mette al riparo dal fallimento i colossi delle coop rosse, altrettanto non fa per le piccole aziende che spesso pagano per le grandi. Gruppo Assembleare Pdl Fabio Filippi Bologna, 11/02/2013
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Ultimo aggiornamento Venerdì 26 Luglio 2013 15:51 |