Bologna: Immigrati a peso d'oro Fra il 2004 e il 2011 la Regione Emilia Romagna ha speso 123 milioni di Euro allo scopo di favorire l’integrazione sociale degli immigrati; 17,6 milioni ogni anno. Fra le diverse voci di spesa ve ne è una molto singolare relativa agli 80.000 euro, concessi nel 2007 al Comune di Reggio Emilia, per realizzare un progetto così denominato: “Conoscere le regole del gioco”. Altri 80.000 Euro sono stati concessi al Comune di Ferrara, per la realizzazione del progetto denominato “Mediazione sociale e processi di integrazione”. Per il 2012 la spesa regionale prevista per l’integrazione ammonterebbe a soli, si fa per dire, 3,1 milioni di Euro.
A fronte i ciò vi sono ancora vaste comunità di immigrati, in particolare quelli cinesi, che continuano ad agire secondo le regole, le tradizioni ed i costumi della Cina, sia in campo sanitario che sociale ed altre comunità, come quelle rappresentate dagli immigrati di religione musulmana, che continuano ad agire secondo regole stabilite non dallo Stato italiano ma dal Corano. L’assessore regionale allo Stato sociale, Teresa Marzocchi, interrogata circa l’utilità di investire su politiche per l’integrazione degli immigrati, ha così risposto: “Le risorse ormai non ci sono più. Per questo stiamo ragionando su come rendere accessibili agli immigrati quei nostri servizi sociali dai quali sono ancora esclusi.” Prendo atto che la Giunta ha esaurito le risorse, dopo avere speso tanto per favorire l’integrazione degli immigrati. Per quanto riguarda invece l’obiettivi di facilitare l’accesso degli immigrati ai servizi sociali osservo che sono già “sovraccarichi” di immigrati in quanto al numero dei regolari si sommano quelli dei clandestini, in misura esorbitante. Infine, faccio notare che, in una situazione di crisi economica come quella attuale, la maggior parte della spesa sociale della Regione dovrebbe essere destinata a sostenere gli italiani, in particolare i giovani disoccupati e quelli cinquantenni, che non riescono più ad inserirsi, per l’età, nel mercato del lavoro. Non vale più la storiella che i lavoratori immigrati svolgono funzioni che gli italiani si rifiutano di svolgere: oggi esiste un’emergenza disoccupazione che va affrontata con la necessaria determinazione. E’ necessario dunque stabilire delle priorità, anche in campo sociale e dei servizi. Ciò in quanto, in caso contrario, si rischia di scatenare una guerra fra poveri: guerra che solo degli irresponsabili potrebbero volere alimentare. La soluzione della porta spalancata, senza limiti e condizioni, all’immigrazione clandestina, adottata in questi ultimi dieci anni dalla Giunta regionale, ha creato una situazione di collasso nei servizi sociali; servizi che non riescono più a sopportare, a fronte dei recenti tagli apportati al bilancio della Sanità, il sovraccarico rappresentato da una immigrazione incontrollata. Fabio Filippi Gruppo Assembleare Pdl Fabio Filippi Bologna, 29/11/2012
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