Da Rembrandt a Vermeer |
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NapoliNews - Arte | |||
Scritto da Achille Della Ragione | |||
Mercoledì 10 Dicembre 2008 16:01 | |||
Da Rembrandt a Vermeer Il secolo d’oro della pittura fiamminga in mostra a Roma Mentre a Roma Bernini raggiungeva il culmine della perfezione con le sue statue immortali e Caravaggio rivoluzionava l’iconografia sacra con le sue tele popolate da mendicanti e prostitute, in Olanda Vermeer dipingeva le sue misteriose fanciulle e Rembrandt stupiva il mondo con i suoi ritratti più veri del vero. Non gigantesche pale d’altare che affollavano trionfanti le chiese della Controriforma, bensì dipinti di piccole dimensioni realizzati con precisione fotografica tesi ad esaltare la quiete dell’intimità domestica, la vita della gente comune, le gesta della nuova classe sociale. La morale calvinista, che si diffuse a macchia d’olio in queste terre abitate da poveri e malnutriti contadini, da un lato vietò le immagini sacre nei luoghi di culto, ma soprattutto, con la convinzione che il lavoro è gioia e non maledizione biblica, diede luogo al moderno capitalismo, creando le condizioni per produrre ricchezza. In breve una nuova borghesia ostentò una lieve pinguedine per esaltare l’agio sociale, amò adornarsi con gorgiere inamidate ed indossò abiti scuri, abitò case confortevoli arredate con mobili solidi ed impreziosite da sfarzosi tappeti orientali dalle orditure brillanti(08 – 09). Amò il divertimento(010) e la buona cucina, gli sfarzosi banchetti fatti di pietanze ipercolesterolemiche , immortalate in tante splendide nature morte(011), un genere che si affermò in quegli anni. Festeggiava volentieri le fortune di una comunità dedicata al benessere materiale ed alla pacifica convivenza all’insegna di lucrosi traffici e spericolate imprese commerciali.(012 – 013 – 014 – 015 – 016 – 017)
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Ultimo aggiornamento Mercoledì 11 Marzo 2009 21:42 |